Rifugi sicuri del viaggiatore sperduto

Scrivo questo articolo con l’urgenza di chi deve condivedere le sue conquiste.
Il mio posto speciale in città (a Parma) è La Feltrinelli. L’edificio ricorda vagamente i magazzini di Chelsea a Manhattan ma l’ambiente mi riporta a Londra, appena entri sei investito dal profumo del caffè (c’è un bar all’interno) mentre gli occhi si riempieno dei colori della cartoleria che è proprio lì, appena varcata la soglia. Conosco a memoria la disposizione dei libri suddivisi per genere quindi so che al secondo piano trovo le guide di viaggio, al primo piano a sinistra delle scale ho i gialli, sulla destra invece “scelti per voi” e così via.
Quaderni, penne e oggetti inutili (ma sapientemente travestiti da indispensabili) sono una calamita alla quale non posso resistere e quindi, ogni volta, faccio il giro di tutti gli scaffali e segno mentalmente cosa comprerò per il prossimo viaggio, perchè mi “serve averlo sulla scrivania“, perchè è semplicemente PERFETTO per me!
Di solito vado mirata, so cosa voglio leggere e conoscendo il posto mi muovo svelta per raggiungere la meta tentando (invano) di ignorare il richiamo di penne, colori e quaderni. Ieri invece sono andata in libreria senza un titolo ben preciso in mente e con l’esigenza di trovare la mia nuova agenda 2021.
“Ma fai tutto su outlook, sincronizzi il cellulare e hai tutto online”. NO, GRAZIE.
Io l’agenda la voglio di carta, ci devo scrivere sopra con la penna (rigorosamente nera), devo spuntare le cose fatte e soprattutto, deve essere diversa (in grafica) ogni anno. I primi 30 minuti li ho trascorsi ad analizzare tutti i modelli e le varianti interne della Paperblanks ascoltando la mia ultima creazione su Spotify “vecchie canzoni italiane da cantare”.
Mentre Battiato cantava Centro di Gravità Permanente stringevo tra le mani la mia agenda perfetta.
Supero i libri di ricette e salgo le scale, mi fermo davanti alla parete “scelti per voi” e vedo un libro di un’autrice già letta. Amélie Nothomb. Il suo precedente libro parlava della sua esperienza lavorativa da Europea in Giappone. Lo prendo e lo abbraccio insieme all’agenda perfetta. Non posso non dare un’occhiata ai gialli e vedo Broken, l’ultimo libro di Don Wilson.
Io lo ADORO, uno dei miei scrittori preferiti in assoluto. La trilogia sul cartello della droga messicano è un’opera d’arte! Leggo il retro di copertina «Sei storie straordinarie. Una ha il miglior incipit di sempre: Nessuno sa come ha fatto lo scimpanzé a prendere la pistola» – Stephen King.
Nelle orecchie Faber (De Andrè) mi sussurrava: non ci lasceremo mai, mai e poi mai… La Canzone dell’Amore Perduto. Devo assolutamente leggerlo, è palese. Così Broken entra nell’abbraccio insieme al piccolo libro di Amélie e all’agenda perfetta.
In fondo in basso allo scaffale a sinistra so perfettamente che troverò i libri di Donato Carrisi. Scopro che è uscito l’ultimo suo libro ma che io sono indietro di 2 (come è potuto accadere?).
Non so voi ma io non dormo benissimo in questo periodo. In tempi “normali” l’unico capace di togliermi il sonno è stato proprio Donato Carrisi. Con l’Uomo del Labirinto ho anche sviluppato una certa diffidenza nei confronti dei conigli bianchi con gli occhi rossi…
Non posso tradire Donato e se devo perdere il sonno voglio che sia per merito suo.
Entra nell’abbraccio che ormai ha bisogno del supporto di entrambe le braccia (nel frattempo Nada cantava Senza un Perchè).
Salgo al secondo piano e guardo la parete con le guide. Metto a posto quelle che sono state mal riposte (credo di avere un disturbo ossessivo compulsivo). Le osservo soddisfatta e maliconica… mi mancano le mie guide, tantissimo, perchè la guida presume un viaggio imminente (Antonello Venditti canta Notte prima degli esami).
Mi giro per andare via con il mio tesoro tra le braccia e i miei occhi cadono su Fuori dalle Mappe di Alastair Bonnett.
Alastair… che nome stupendo! Apro la prima di copertina e scopro che il mio nuovo eroe è originario della periferia di Londra e insegna Geografia Sociale all’Università di Newcastle. Il sommario riporta: Spazi Perduti, Geografie Nascoste, Terre di Nessuno, Luoghi Effimeri…
Alastair Bonnett, mi avevi conquistato già col nome di battesimo, ti dichiaro fin da subito il mio amore (Umberto Tozzi cantava Gloriaaaaaa).
Accanto ad Alastair (siamo già in confidenza) c’è il nuovo libro della Pina di Radio Deejay: lo apro, lo sfoglio e le sue foto mi riportano in Giappone in un istante. Lo scorso anno, avevo letto I Love Tokyo prima di partire per il mio viaggio alla scoperta del Sol Levante. Mi sale una malinconia pazzesca e mi riprometto di tornare a prenderlo più avanti. Poi mi vengono i sensi di colpa: se non prendo questo libro perchè mi lega al Giappone allora per correttezza devo fare la stessa riflessione con il libro di Amélie Nothomb. E’ giusto così, o tutti o nessuno (Baglioni mi urlava nelle orecchie Strada Facendo).
Stavo per scendere le scale quando, attirata dal canto di una sirena, mi volto e vedo in lontananza La Frontiera di Erika Fatland. Lei è una giornalista Norvegese, nel suo libro precedente Sovietistan racconta in modo splendido, con una velata ironia, i 5 Stati STAN – Ex Repubbliche Russe. Retro di copertina: Dalla Corea del Nord alla Norvegia, viaggiando per Cina, Mongolia, Kazakistan, Azerbaigian, Georgia, Ucraina e ancora il Passaggio a Nord Est.
Il fatto che Vinicio Capossela cantasse Il Ballo di San Vito lo prendo come un segno inequivocabile: Erika sale a bordo con tutti gli altri e la includo nell’abbraccio ormai incerto.
Saluto La Pina (tornerò, promesso), metto a posto Amélie e corro in cassa con gli occhi bassi in modo da evitare ulteriori folgorazioni sulla via del ritorno…
Se vi state chiedendo se ho comprato qualcosa nel reparto cartoleria, la risposta (ovvia) è SI.
Ma la vera domanda è: quale libro mi porterà Altrove (Morgan) domani?